Padre GORÉE, A Relation of a New Island, Which Was Raised up from the Bottom of the Sea, on the 23d of May 1707. in the Bay of Santorini, in the Archipelago. Written by Father Gorée (a Jesuit) an Eye-Witness, in Philosophical Transactions of the Royal Society, 1710-11, 27, pp. 354–375. Disegnatore: ANONIMO. Incisore: Michael VANDERGUCHT (o van der Gucht: M. V.dr Gucht Scul.).
L’immagine illustra l’eruzione avvenuta a Santorini nel 1707-11, nel corso della quale emerse l’isolotto di Nea Kameni, ulteriormente cresciuto nei secoli successivi. Padre Gorée, membro della comunità gesuitica di Santorini, tenne un diario degli eventi fino al 1708 (p. 374: …I was the only Person at Santorini who kept a Journal of what happened every Day), sulla base del quale, nel luglio 1711, elaborò una relazione per la Royal Society. L’immagine accompagna questa relazione. L’incisore Van der Gucht, attivo per la Royal Society, si basò verosimilmente su di un disegno eseguito da Padre Gorée, che, nella relazione scrive: As to the Form of it [dell’isolotto emerso], it is oblong, and resembles in some measure the Figure of a Dragon; as may be seen by the Design of it, which I took from this place (p. 373). Effettivamente, nel disegno, la nuova isola evoca un drago con le fauci spalancate. Questo senso del “meraviglioso” che attraversa l’esame scientifico (Among the Prodigies of Nature...è l’esordio della relazione) evoca l’opera del grande gesuita-scienziato Athanasius Kircher che nel Mundus Subterraneus (Amsterdam, 1664), da un lato, nella sezione De animalibus subterraneis, si dilunga sui draghi (Tomo II, pp. 89 e ss.: De draconibus subterraneis), dall’altro pubblica “mappe tematiche” di contenuto vulcanologico come quella dedicata ai Campi Flegrei (Tomo I, p. 179; cf. più avanti). La tavola di Gorée va confrontata con quella pubblicata nel 1715 da padre Tarillon nell’ambito di una relazione a nostro avviso dello stesso Gorée. Secondo Fouquet, l’abbate Pègues (Histoire et phénomènes du volcan et des îles volcaniques de Santorin.., Parigi, 1842, p. 188) per la ricostruzione degli eventi del 1707-11 utilizzò il diario di padre Gorée conservato a suo dire negli archivi della missione cattolica di Santorini.
Bibliografia. Fouquet 1879, p. 12 e 22; Pyle 2017, pp. 5-7. Rudwick 1976, pp. 159-64 e Oldroyd 2013 (sulla genesi delle mappe geologiche in generale).
MAPPE
La mappa rappresenta l’arcipelago dal punto di vista dal quale padre Gorée realizzava le sue osservazioni del fenomeno e cioè dall’isola principale di Santorini. L’inclusione di numerosi dettagli vulcanologici relativamente a Mikri e Nea Kameni, anche di tipo temporale (la bocca eruttiva di Mikri Kameni del 1570-3 è spenta, mentre le due su Nea Kameni seguono la successione descritta nel testo; vedi sotto) rendono questa mappa un documento interessante per la ricostruzione della genesi delle “mappe geologiche”. Un precedente verosimilmente utilizzato da padre Gorée fu la mappa dei Campi Flegrei inserita da Kircher nel Mundus Subterraneus (Tomo I, Amsterdam, 1665, p. 179) (fig. 1).
Anche il punto di vista molto rialzato coincide. Queste mappe rappresentano un passo in avanti poco noto verso la elaborazione di mappe “tematiche” e geologiche. Le xilografie rappresentanti l’emersione del Monte Nuovo nell’area flegrea pubblicate intorno al 1538 si limitano alla generica registrazione dell’evento nell’ambito di una mappa base. Si veda anche la mappa dello stesso evento riguardante Santorini pubblicata nel 1715.
MUTAMENTI OROGRAFICI
Formazione di domi lavici
Nell’immagine le isole più recentemente emerse, Nea Kameni nel 1707-11 e Mikri Kameni nel 1570-3, sono differenziate dalle altre solo per la totale assenza di vegetazione e insediamenti. Gorée non utilizza cioè le complesse formule iconografiche elaborate per rappresentare i mutamenti orografici del Vesuvio a partire dal 1631. Nella tavola il nome New Islands sembra includere non solo i due isolotti emersi nel 1709-11 (The White Island e Black Island) ma anche quello emerso nel 1570-3 (The Lesser Kameni).
Su Mikri Kameni è disegnata una bocca eruttiva spenta, mentre su Nea Kameni si vedono le due bocche successivamente apertesi mentre padre Gorée osservava l’eruzione nel 1707: [p. 365] …August 21 [1707]...I had in the Night the Curiosity to view with a Telescope the great Fire that appeared upon the Mountain of this Island, and I number’d 60 Openings or Funnels, which threw out all of them a very bright Fire…Next morning…The Fire had hitherto appeared but only in one place, upon the Top of the Black Island; but on the 5th of September it made itself another Passage and appeared at the end of that island, on the side next Terasia.
ROCCE E DEPOSITI
L’immagine tenta di rappresentare la differenza costitutiva osservata da padre Gorée tra le due formazioni emerse nel 1707-11: quella più piccola e “bianca” (The White Island) e quella più grande e più scura (Black Island). Un disegno puntinato, più o meno denso, esprime queste differenze costitutive, che saranno riprese, in altra forma, da Lyell.
[p. 358; l’isolotto più piccolo sembrava ] a sort of White Stone, which cuts like Bread, and resemmbles it so well in form, colour and consistence…
[p. 360] …The Smoak appeared first upon the 16th of July…above 60 Paces distant from the New Island (which they then called the White Island) there rose up a Ridge of Black Stones…wich formed another Island, named by the Inhabitans the Black Island…361…As for the first Island, or White Island, we did not see there aither Fire or Smoak; yet it continued to grow bigger; but the Black Island increased much faster…
Domenico Laurenza