Vesuvio 1767 DELLA TORRE 1767

Giovanni Maria DELLA TORRE, Incendio del Vesuvio accaduto li 19 d’Ottobre del 1767, Napoli, Donato CAMPO, 1767.  Tavola in fine del volume, ripiegata: cm 34,5 x 23,2. Incisione su rame. Disegnatore: Vincenzo GERI. Incisore: Francesco CEPPAROLI.

Mentre l’immagine grande rappresenta esclusivamente fenomeni legati alla eruzione del 1767 oggetto del libro, le rappresentazioni più piccole includono eventi compresi tra il 1751 e il 1767 e in particolare la variazione di forma del cratere in questo intervallo di tempo. Nelle immagini inserite nel trattato del 1755 questi mutamenti avevano ricevuto scarsa o nessuna attenzione, coerentemente con la teoria del Della Torre del vulcano come montagna dalla forma immutata dall’inizio dei tempi e dei cambiamenti dovuti alle eruzioni come fatti strutturalmente minori e superficiali. Fedele al suo metodo di osservare e documentare fedelmente i dati, dichiarato in apertura del libro del 1755, Della Torre rappresenta ora questi cambiamenti (si veda anche Della Torre 1771), anche se nel testo evita di entrare in questioni teoriche, che, in base ai nuovi dati, lo avrebbero contraddetto a rivedere la sua teoria. Nel testo cita più volte visite del Vesuvio realizzate in compagnia di Hamilton, che invece tenderà presto a fondare proprio sulle variazioni di forma del cratere una interpretazione dinamica della orogenesi dei vulcani. Per le modalità iconografiche con cui vengono rappresentate le successive moficazioni del cratere dando conto, con linee, dello stato precedente, cf. Hamilton, Campi Phlaegeri, 1776, tav. II.  Per quanto riguarda il disegnatore, Vicenzo Geri, va segnalato che, in anni prossimi, Francesco Geri, “fiorentino, Giardinier maggiore di Sua Maestà” (Mecatti, 1752 ess., p. 356) è l’autore di tavole e osservazioni sul Vesuvio incluse nel Racconto storico-filosofico del Vesuvio (Napoli, 1752 e ss.) di Giuseppe Maria Mecatti, che, nella stessa opera, cita anche un Antonio Geri, nipote del primo.

Bibliografia. Su Della Torre: Baldini 1989; Nazzaro 2001, pp. 76-78;  Toscano 2009, pp. 223-4; Cocco 2013, pp. 195-204. Sulla eruzione del 1767: Nazzaro 2001, pp. 159-62; Ricciardi 2009, pp. 382-93; Lirer et al., pp. 55-56.

MUTAMENTI OROGRAFICI

Cono: riformazione

La tavola contiene 4 figure, inclusa quella principale segnata come “Num. 4”, che rappresentano i mutamenti orogenetici del cratere del Vesuvio tra il 1751 e il 1767.

La figura 1 (in alto a sinistra, la figura superiore) rappresenta i mutamenti avvenuti tra il 1751 e il 1757: in questo periodo l’attività eruttiva accumulò materiali ai lati della montagnuola formatasi all’interno del cratere a partire dal 1684-89, in modo che l’orlo del cratere dal livello MRN (1751) salì al livello CBD (1757), con la montagnuola ancora visibile. Sulla stato del cratere del Vesuvio in questo periodo cf. Della Torre, 1755, tav. VII.

La figura 2 (in alto a destra) rappresenta la situazione visibile dopo l’eruzione del 1767, in particolare il 23 ottobre: a seguito della nuova eruzione i materiali accumulatisi sui lati della montagnuola ricostruirono un unico grande cono, simile a quello esistente prima della eruzione del 1631. CBD è il livello del cratere prima del 1767.

La figura 3 (in alto a sinistra, l’immagine in basso) indica, in modo non chiarissimo, una situazione particolare visibile il 26 ottobre 1767.

Infine, nella figura 4 (l’immagine più grande) il cratere appare come nella figura 2, ma sono indicati i due precedenti livelli: quello del 1751 e quello del 1757.

[p. vi] Prima di questo incendio [del 1751] intorno alla descritta voragine [ie all’interno del cratere del Vesuvio] vi era una montagnola simile a quella del num. 1 A B, formata dentro il piano CBD della montagna […] [negli anni successivi, tra il 1751 e il 1757, per la fuoriuscita di materie eruttata, p. vii] si riempì tutto il piano interiore della montagna […]. Continuò così a dilatarsi la montagnola [per la deposizione di materiale sui suoi fianchi] di modo che nel 1757 la sua declività si era unita con quella del Vesuvio, e con esso formava una montagna continua. In MN [della figura citata come “num. 1”] è l’orlo vecchio della montagna prima del 1757. […] [p. xix] Il giorno 23 […] Verso le ore 17 cominciò ad essere il fumo meno denso, e già compariva il Vesuvio, dimodochè la sua forma acquistata in questo incendio era, come si delinea nel numero 2. e il monte di vedeva più alto di quello che era prima dell’Incendio. Ciò era accaduto perchè nell’Incendio aveva il monte dalla bocca A della montagnuola  [ si veda la fig. 1, in alto a destra nella tavola] gettati tanti sassi e spume infuocate mescolate con arena, e cenere che aveva rimepiuto non solamente il piano CBD intorno alla montagnuola, ma inoltre gli spazi CBA, BAD, di modo che avea formata una declività continuata CABDA con la montagna…Li 26 d’ottobre si vedeva più distintamente questo riempimento fatto intorno alla montagnuola, essendo sprofondata un poco a destra e sinistra la materia che era stata aggiunta, come si vede nel num. 3. Ma quindi ritornò di nuovo il monte ad avere la declività continuata del num. 2, come si vede nel num. 4.

 

COLONNA ERUTTIVA

Fenomeni elettrici

Nella figura principale (“Num. 4”) nella colonna eruttiva sono rappresentate delle “saette” indicate con “b”. In didascalia: bbbb Saette che si vedevano nel fumo denso e nero del Vesuvio.

COLATE LAVICHE

Nella immagine centrale è rappresentata la principale colata lavica del 1767, diretta verso Ovest.

Domenico Laurenza

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