Vesuvio 1804 FILOMARINO 1805 tav. xxiv

Nicola FILOMARINO, Duca DELLA TORRE junior, Raccolta di tutte le Vedute che esistevano nel Gabinetto del Duca della Torre rappresentanti l’Eruzione del Monte Vesuvio fin oggi accadute. Con le rispettive descrizioni…, Napoli, presso Nicola GERVASI, 1805 (?). Tavola XXIV. Disegnatore: Francesco CATOZZI. Incisore: Vincenzo SCARPATI.

Mentre le tav. I-XX e le relative descrizioni(eruzioni dal 1631 al 1794) si basano su Ascanio Filomarino, Gabinetto Vesuviano del Duca della Torre, Napoli, 1796, come dichiarato dall’editore Gervasi in apertura del volume, le tav. XXI-XXVII e le relative descrizioni (eruzioni dal 1804 al 1812) sono, a nostro avviso, basate sull’opera di Nicola Filomarino, figlio di Ascanio e anche lui, come il padre, studioso del Vesuvio. Lo suggeriscono confronti con i suoi testi e ricerche sul Vesuvio. Si confronti il seguente brano: Il giorno 11 …la lava avanzò in tre rami, il primo si diresse al monte S. Angelo, o sia de’ Camaldoli, e correndo per un canale di acqua era giunta alla masseria di Antonio Sportiello alias Petrillo….(Nicola Filomarino, Relazione prima dell’eruzione del Vesuvio degli 11 agosto fino ai 18 settembre 1804, s.l. e s.d., Napoli, 1804 secondo Furcheim,  p. 42) con: Il giorno 11…La lava lungo il suo cammino si divise in tre rami, uno de’ quali correndo per qualche tratto di strada per un canale di acqua, prese la sua direzione verso il Monte S. Angelo, o sia de’ Camaldoli (Raccolta, p. 18). La paternità di Nicola Filomarino è anche indicata, ma in modo più ambiguo, dalla dedica nel frontespizio della Raccolta (Al Merito Singolarissimo del Sign.r D. Nicola Filomarino Duca della Torre &c), unica citazione inserita dall’editore Gervasi. Il ruolo rispettivo di Nicola Filomarino e dell’editore Gervasi nella Raccolta basata, come il testo del 1796, su dipinti esistenti nella collezzione vulcanologica dei Filomarino, saccheggiata nel 1799, andrà chiarito meglio, al pari dell’anno di edizione del volume includente anche le eruzioni del 1810 e 1812 che, nell’esemplare da noi consultato, reca comunque la data 1805.

Bibliografia. Furcheim 1897, pp. 150-1 e 217; Nazzaro 2001, pp. 263-5; Montanile; Toscano, 2015, pp. 21-22 e 2009, pp. 231-6. Sul Gervasi: Santangelo, p. 45-46.

COLATE LAVICHE

Colata lavica vista dalla zona dei Camaldoli con il cratere nel fondo. Sebbene la didascalia indichi l’11 settembre, in realtà l’immagine è una sintesi di osservazioni condotte da Nicola Filomarino anche nei giorni successivi, dettagliatamente descritte nella sua Relazione prima... (cf. sopra). In particolare le figure umane in basso a destra evocano le osservazioni sulle diverse modalità di incendio degli alberi e sulla elettricità delle lave, effettuate rispettivamente il 14 e il 16 settembre:

[Relazione prima…, p. 47; 14 settembre] In questa giornata osservai che qualora la lava incontra un albero nel suo cammino, lo circonda, ed indi prosiegue a camminare; se è secco da lì a poco improvvisamente lo brucia con viva fiamma; se poi è fresco cominciano ad ingiallirsi le foglie, si piega, e non così presto si arde. Alcuni alberi più grandi non si rompevano, ma bruciandosi le foglie a poco a poco divenivano carboni i rami, e porzione del tronco. In alcuni luoghi, che tagliavano gli alberi prima che giungesse la lava tostochè il tronco che restava era ricoperto dalla medesima, si vedeva sopra la supeficie di essa una vivissima fiamma, che durava poco tempo…[p. 48] In quelli alberi che avevano soltanto il calore della lava, le foglie s’indurivano, s’ingiallivano e si ricoprivano di una polvere bianca salina, Ne raccolsi varie sì di quercia che di pioppo in tal modo ridotte…[p. 52; 16 settembre] è da marcarsi che dall’elettrometro messo vicino alle lave sì quando correvano che quando erano ferme non ho mai avuto alcun segno di elettricità.

ROCCE E MINERALI

Lava solidificata

L’accuratezza con cui, limitatamente a ciò che era possibile in una incisione bianco-nero, sono rappresentati i diversi aspetti delle lave fluide e solidificate confermano il particolare interesse di Nicola Filomarino per questo aspetto, come dimostra la dettaglita distinzione tra vari tipi di lava inserita nel testo della Relazione prima (pp. 49-50, nota 11) e alcuni dipinti commissionati dal Filomarino a Odoardo Fischetti.

Domenico Laurenza

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