Gaetano DE BOTTIS, Ragionamento istorico intorno all’eruzione del Vesuvio che cominciò il dì 29 luglio dell’anno 1779 e continuò fino al giorno 15 del seguente mese di agosto, Napoli, Stamperia Reale, 1779. Tavola IV. Incisione su rame. Disegnatore: Saverio DELLA GATTA (Xav. Gatta pinx.). Incisore: Nicola FIORILLO.
La tavola corrisponde, con minime differenze, ad Hamilton, 1779, tav. I fig. II . Analogo è anche il titolo: Veduta del Vesuvio qual rimase alquanti giorni dopo l’Eruzione accaduta il mese di Agosto dell’anno 1779 dalla cima della montagna di Somma dalla banda di Tramontana (De Bottis); View of the cone of Mount Vesuvius, as it appeared some days after the great eruption; taken from the top of the Mountain of Somma (Hamilton). Può trattarsi di una derivazione del Della Gatta dal Fabris o va riaperto il problema della attribuzione a Fabris delle tavole per Hamilton (sostenuta soprattutta da Knight 1990, pp. 140 e ss., anche in base ad esplicite dichiarazioni di Hamilton)? Hamilton definisce Della Gatta, del quale possedeva una “superba rappresentazione della spaventevole eruzione del Vesuvio” (Knight 1985, p. 54), come “Scholar of Fabris” (Knight 1990, p. 152). Tuttavia la tavola pubblicata da Hamilton sembra una versione semplificata di quella pubblicata da De Bottis, anche se alcuni dettagli in Hamilton poterono essere occultati dalla colorazione a mano. La questione è parte del più generale problema del rapporto tra le tavole di Hamilton 1779 e quelle di De Bottis 1779.
Bibliografia. Su De Bottis: Furcheim, pp. 19.21; Nazzaro 2001, pp. 78-81; Toscano 2009, pp. 228-30. Sulla eruzione del 1779: Nazzaro 2001, pp. 163-6; Imbò 1984, p. 101; Lirer et al. 2005, p. 59, Ricciardi 2009, pp. 401-11.
MUTAMENTI OROGRAFICI
Cono: distruzione
Visibili la decurtazione del cono e la lunga frattura apertasi, secondo De Bottis, il 5 agosto (rispettivamente indicate con 3 e 4 nella tavola). Cf. Hamilton 1779 tav. II e III e tav. I fig. II. Fenomeni distruttivi erano iniziati già nei giorni precedenti il 5 agosto (cf. Nazzaro 2001, p. 164-5).
[p. iii] All’ore 18 ½ del medesimo giorno 5 [agosto 1779] si sentì un grandissmo romore del Monte e sprofondò tutto il pianoro del suo cratere, e la sopranominata montagnola che v’era; e dalla cima quasi fino alle radici si spaccò il Monte (Tav. IV n. 4), e cadde nel suo seno una buona porzione del vertice; sicchè formossi un’ampissima e profonda voragine.
Colate laviche solidificate
Sono rappresentate, nella fase solidificata, due delle lave che De Bottis descrive come eruttate dal vulcano tra il 29 luglio e l’8 agosto. Subito dopo il crinale in primo piano si vedono, all’interno del vallone, due colate laviche solidificate, parallele e serpentiformi: una più scura (n. 6) e una più chiara (n.10). Dall’aspetto in figura sembrerebbe trattarsi di lave a corda (lave pahoehoe). Come sottolineato anche da Hamilton 1779 tav. I fig. II, il vallone tra Vesuvio e Somma, colmato da queste lave e da altri materiali, divenne meno profondo. Sia nel testo che nella didascalia della figura sono indicati i nomi dei luoghi coinvolti, situati nell’area compresa tra la base del cono del Vesuvio e il Monte Somma: Canale dell’Arena (n. 5 nella tavola), Fosso della Vetrana (n. 8), Montetto delle Crocelle (n. 9), etc.
[p. xlviii, Delle misure delle lave, e dell’altre solide materie gettate dal Vesuvio…] Le principali lave sono tre […] la prima uscì della gran bocca del Vesuvio [p. xlix] e giunse alle radici dell’opposta Montagna di Somma e poi corse verso la collina della Vetrana e appresso si gettò ne’ Cantaroni […] [p. li] la prima e la seconda lava nel Canale dell’Arena, presso la montagna di Somma, s’innalzano dove 3 palmi e dove 4.
ROCCE E DEPOSITI
Blocchi
Due enormi blocchi vulcanici emessi nel corso delle fasi esplosive della eruzione sono visibili al centro del vallone, ai piedi del cratere (indicati col n. 11) (fig. 1). Accanto, sulla sinistra, due figure umane e un cavallo per dare il senso delle dimensione dei due blocchi. Descritti e rappresentati anche in Hamilton 1779 tav. I fig. II.
[p. lxxiii Delle misure di alcuni sassi di figura avvicinantesi al parallelepipedo, scagliati dal Vesuvio nel fervor dell’Incendio…] In distanza di passi 129 dalle più basse falde dell’ardente Monte, vi ha un sasso alto palmi 9, lungo 10, e largo 9. Esso è di color cinerognolo chiaro, e fatto a sottili lamine […] [p. lxxiv] In lontananza dalle suddette falde del Monte di passi 93 vedesi un altro sasso, alto 13 e più, lungo palmi 10 e largo 12. Questo ha di fuori una crosta, o scorza vetrificata, di color natè scruro rosseggiante […] è tutto screpolato...[p. lxxv][…] E vicino alle medesime falde del Monte da 40 passi un altro sasso, alto palmi 15, lungo 13, largo 9 […] è di color ferrigno […] Il dì 18 Ottobre lo trovai tutto coperto ricoperto di sale annoniaco; sicchè veduto di lontano parea una casetta imbiancata.
Tra i vari sassi descritti nel testo, gli ultimi due dovrebbero corrispondere a quelli rappresentati nella tavola per le loro grandi dimensioni, la loro eguale distanza dalla base del cratere e per il colore bianco di uno dei due.
Depositi piroclastici
[p. li] […] Il Vesuvio nell’ultima Eruzione ha versato principalmente nel Canale dell’Arena […] ed ha ingombrato del [p. lii] suo piano più della terza parte. Queste materie sono cenere, rena, pomici nere, grosse pietre spugnose, pietre dure di diversa grandezza, e lave. L’altezza di queste materie è varia. In pochi luoghi è di 32 palmi, in moltissimi di 6, in certi di 2.
Si segnala l’uso, improprio da un punto di vista moderno (Nazzaro 2014, pp. 156 e ss.), del termine lava per prodotti piroclastici. I materiali piroclastici che nel testo De Bottis descrive come rilasciati principalmente nel Canale dell’Arena (n. 5 nella tavola), non sono citati nella didascalia della tavola. Vi accennano forse i materiali incoerenti lungo le falde più altre del cratere e altrove. Nel testo (p. xlix) scrive anche: Poichè la prima e la seconda lava nella conica superfice del Monte, e nel mezzo del Canale dell’Arena, sono la maggior parte ricoperte dalle materie [piroclastiche?], che vi gettò il Monte nell’ultima Eruzione […]
FENOMENI VARI
Mofete
Lirer et al. 2005, p. 59 segnalano la rappresentazione di mofete comparse nel settore Sud Est del Vesuvio.
Domenico Laurenza