Vesuvio 1667 DE FER 1705

Nicolas DE FER, Atlas Curieux où le Monde représenté dans les cartes générales et particulières du Ciel et de la Terre, Paris, Nicolas DE FER, 1705, Tomo 1, p. 190, tavola 101. Incisione su rame.

Nicolas de Fer (c. 1647-1720) è un cartografo francese. L’edizione dell’Atlas inizia nel 1700 e ha numerose edizioni successive. L’immagine, già riferita al Vesuvio “negli anni ’80 del XVII secolo” (Nazzaro 2009 p. 294), sembra invece riferirsi al 1667, in base a quanto dichiara De Fer nel testo che precede la tavola (p. 190): L’autheur de cet Ouvrage à vû le Mont Vesuve tel qu’il le décrit icy en 1667, et d’aussi prés qu’on le puis savoir. Si tratterebbe quindi di una osservazione inedita relativamente al 1667 e intermedia tra quella del 1663, che non riporta alcuna bocca attiva intracraterica (cf. Imbò 1984, p. 52) e quella del 1670 di Ignazio Sorrentino (Istoria del Monte Vesuvio…, 1734, p. 16 e 18) che riporta tre coni intracraterici attivi. Kircher 1664-1665 è vicino per il periodo eruttivo ritratto (1660 nel caso di Kircher) e per la concezione iconografica e teorica. Tra l’altro, sia nel caso di Kircher che di De Fer, la rappresentazione privilegia il Vesuvio in se stesso: il Somma, imprecisamente e brevemente rappresentato a sinistra in De Fer, scompare del tutto nella tavola di Kircher. Siamo in una dimensione diversa da quella “cartografica” che si affermerà nel corso del XVIII secolo. Domina l’attenzione “anatomica” verso le profondità del vulcano attivo.

Bibliografia. Sul periodo eruttivo 1660-1685: Imbò 1984 pp. 51-52; Lirer et al. pp. 40-41; Ricciardi 2009 pp. 281-94. Su De Fer: Pastoureau, 1984; http://data.bnf.fr/15287405/nicolas_de_fer/

MUTAMENTI OROGRAFICI

Cono: riformazione

[Didascalia della figura in alto a destra:] A. Fond de la Montagne au Niveau de la Mer d’ou s’leve une autre Montagne de cendre dont le Sommet est fait en Bassin

In alto a destra è rappresentato il monticello o conetto intracraterico in uno stadio iniziale della sua formazione, iniziata dopo l’eruzione del 1631, già dal 1638 secondo Kircher 1664-1665 e dal 1650 secondo Gaspare Paragallo (Istoria Naturale del Monte Vesuvio, Napoli, 1705, p. 41). La neo-formazione era stata già rappresentata da Zupo 1661 e Kircher 1664-1665. I dettagli della rappresentazione del monticello sembrano originali e indipendenti da Kircher.

TEORIE

Modello anatomico

In alto a destra, il Vesuvio è rappresentato in sezione, secondo una modalità visiva tipica dell’anatomia. De Fer intitola la figura Coupe du Mont Vesuve, cioè “sezione”, “taglio”. La rappresentazione “in sezione” sembra influenzata da Kircher 1664-1665. Si veda anche il titolo della tavola di Serao 1738 (Vesuvius a vertice dissectus). Diversamente da Kircher, la sensibilità topografica del cartografo De Fer lo porta ad includere, sulla sinistra, almeno un accenno al Monte Somma, sebbene impreciso per quanto riguarda l’altezza relativa dei due monti. De Fer, come altri autori dell’epoca, applica al vulcano anche termini di origine fisiologica (e.g. vedi più in basso: il Vesuvio “ha vomitato” (a Vomit) dei  materiali).

ROCCE E DEPOSITI

Blocchi

[Didascalia della figura grande, a sinistra:] 2. Maniere de Pizere de Couteurre de brique brustées que le mont a Vomit. Nella didascalia della immagine grande sono così indicati i massi rappresentati lungo le pendici del Vesuvio. Nel corso della non ben documentata eruzione mista del 1660 sono per l’appunto segnalati con molta enfasi massi emessi dal Vesuvio nell’attività esplosiva e conseguenti al crollo della bocca eruttiva:.. pietre pesantissime & abbronzate (Carlo Calà, Memorie historiche…., Napoli, 1661, p. 170). Cf. soprattutto la relazione manoscritta di Francesco Perrotta (trascritta in Ricciardi 2009, pp. 281-7): […] pietre in focate di notabil grandezza […] grandissima copia di pietre infocate […] macigni in focati di smisurato peso, che per le coste in giù saltando precipitavano […].

Domenico Laurenza

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