Vesuvio 1631 e 1660 MECATTI, 1752-66. Figs. pp. 108, 118, 211

Giuseppe Maria MECATTI, Racconto storico-filosofico del Vesuvio e particolarmente di quanto è occorso in quest’ ultima eruzione principiata il dì 25 ottobre 1751 e cessata il dì 25 febbraio 1752 al luogo detto l’ Atrio del Cavallo …, Napoli, Giovanni DI SIMONE, 1752 (con integrazioni fino al 1766). Figure I e II ( pp. 108 e 211) e figura nel testo a p. 118. Disegnatore (Figure I-II): Giovanni MORGHEN. Incisore. Domenico DELL’ACERRA.

Uno dei primi esempi di utilizzo di immagini precedenti del Vesuvio con finalità storico-vulcanologiche. Mecatti utilizza e riadatta tre tavole: due relative al 1631, pubblicate nel secolo precedente in Giuliani 1632 e Mascolo 1633 (fig. 1 e 2) e una relativa al 1660, pubblicata in Zupo 1661 (fig. 3) (Giovanni Battista Zupo, Continuazione De’ Successi Del prossimo Incendio del Vesuvio…, Napoli, 1661. Sulla errata indicazione della fonte da parte di  Mecatti cf. Furcheim 1987, pp. 211-212). Queste immagini diventano dei canoni visivi da aggiornare. Mecatti, che era anche uno storico, arricchisce visivamente la ricostruzione storica delle eruzioni del Vesuvio e dei suoi mutamenti orografici cui sono dedicati il Discorso I, Dell’origine e antichità e situazione del Vesuvio (pp. 97-186) e il Discorso III, Dell’eruzioni seguite del Vesuvio…, in cui le immagini si trovano (pp. 172-248). In base a notizie originali le immagini, almeno nei due casi derivati da Giuliani, sono modificate e aggiornate rispetto alla loro fonte.

Bibliografia. Su Mecatti in generale: Furcheim 1897 pp. 103-109; Nazzaro 2001, p. 79; Toscano 2009 pp. 224-7; Cocco 2013 pp. 192-4.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

ATTIVITÁ PIROCLASTICA

Colate piroclastiche

Colate di fango (Lahar)

Figs 1-2. Si tratta forse della parte più originale rispetto alle incisioni di Perrey pubblicate in Giuliani 1632 e Mascolo 1633, da cui le presenti derivano. Ad esempio l’area tra Leucopetra e Portici mostra una colata più vasta rispetto alla incisione di Perrey e corrisponde probabilmente alla colata di fango descritta da Mecatti come occorsa il 4 gennaio:

[p. 203] […] [17 dic] grosse fiumare di liquide, e bituminose ceneri mescolate con copiose infuocate acque […] Questi torrenti….scorrendo inverso il mare, bruciarono e spiantarono quasi dai fondamenti Resina, Portici, e Pietrabianca. Un altro torrente scorse inverso Torre del Greco […] e questa pure restò arsa e distrutta […][p. 204] […] Un altro di questi torrenti andò verso la Torre della Nunziata […][p. 210][…] il dì 4 [gennaio] sgorgò sopra Portici inverso la marina un fiumicello di ceneri liquefatte, viscose, e fumanti e andò a prendere la via del mare […].

MUTAMENTI OROGRAFICI

Cono: distruzione

Fig. 2 [p. 203] […] [17 dicembre] la buca del monte parve molto più larga, e parve la montagna sbassata più d’un miglio.

Fig. 3 [p. 118] Nell’anno 1660 [nel fondo del cratere] […] si trovava una gran buca donde usciva il fumo…ed era il piano della medesima [buca] un parallelogramma bislungo e tre altre buche vi erano all’into [sic: intorno] che allora nulla tramandavano…come si scorge dall’annessa figura riportata dal Dottore D. Giuseppe Carpano nel suo Giornale dell’Incendio del Vesuvio seguito in detto anno 1660. Ma nell’anno 1750 […] vi erano in detta bocca tre calderoni che tutt’e tre gettavano fiamme e pietre […].

Giuseppe Carpano è in realtà il dedicatario dell’opera citata che, pubblicata senza nome, è ora attribuita al gesuita Giovanni Battista Zupo (cf. Zupo 1661).

Inaridimento del suolo

Fig. 2 [p. 210] […] e la campagna è tutta desolata [p. 211] arsa e deserta; come dall’ingiunta II. Figura apparisce; dove si vede ancora, che l’altra montagna detta di Somma, la quale era prima dalle falde alla vetta ripiena d’alberi, e coltivazioni, rimase tutta diroccata, e bruciata; nè coll’andare di tanti anni ha mutato faccia ancora.

COLONNA ERUTTIVA

Pietre infuocate

[p. 202] [16 dic] […] Il monte gettava in questo mentre fiamme, ed infuocate pietre; ed una nerissima caligine ricuopriva l’aria

Le pietre infuocate sembrano rappresentate in basso e al centro della colonna eruttiva (fig. 2), in cui non sono rappresentati fenomeni elettrici. Due altre differenze rispetto alla rappresentazione della eruzione del 1631 nelle incisioni di Perrey in Giuliani 1632 e Mascolo 1633.

Domenico Laurenza

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