Vesuvio HAMILTON 1776 tav. xxxxvii

William HAMILTONCampi Phlegraei. Observations on the Volcanoes of the Two Sicilies,as they have been communicated to the Royal Society of London by Sir William Hamilton K. B. F. R. S. His Britannic Majesty’s envoy extraordinary..., Napoli, Pietro FABRIS (editore nel senso di venditore esclusivo), Francesco MORELLI (stampatore) 1776. Tavola xxxxvii. Acquaforte colorata a mano, cm. 39 x 21,5. Autore della gouache originale: Pietro FABRIS. Incisore e coloritore: Anonimo.

La tavola riproduce due frammenti di roccia provenienti dalla Fossa Grande, un vallone situato alle pendici del Vesuvio nel lato volto al mare. I rinvii alla tav. xxxix (fig. 1), rappresentante la Fossa Grande, e alla tavola vii, rappresentante il Vesuvio visto da Resina con l’indicazione della zona della Fossa Grande (n. 3; fig. 2), creano virtualmente, tra le varie tavole, un percorso visivo unitario di progressivo avvicinamento al sito e al reperto.

Bibliografia. Sugli interessi mineralogici di Hamilton cenni in Vickers 1997, in part. p. 264.  Su Hamilton: Knight 1990 e Jenkins and Sloan 1996. Sulle vicende editoriali: Knight 2000, in part. pp. 34-35; Jenkins and Sloan 1996, in part. 165-7; Wood 2006.

Fig. 1

Fig. 2

TEORIE

Crateri di sollevamento

La rappresentazione del frammento di roccia proveniente dal Vesuvio e includente conchiglie, al pari degli analoghi frammenti riprodotti nelle tav. XXXXII e XXXXV, mira ad aggiornare e confermare l’ipotesi di un originario sollevamento del Vesuvio dal mare avanzata da Hamilton nella lettera alla Royal Society scritta nel 1770 e pubblicata in Philosophical Transactions nel 1772. Questa ipotesi, che sembra andare nella direzione della più tarda teoria dei crateri di sollevamento elaborata da Von Buch, coesiste in Hamilton con la teoria di una orogenesi per accumulo dei materiali eruttati (cf. Hamilton 1776 tav. XII e XIV). I brani al riguardo vengono riprodotti senza cambiamenti nel 1776 nei Campi Phlegraei (ad esempio p. 53: I imagine the subterraneous fires to have worked in this country, under the bottom of the sea as Moles in a field, throwing up here and there a hillock, and that the matter thrown out of some of these hillocks, formed into settled Volcanos, filling up the space between one and the other, has composed this part of the continent […]; p. 65: I conceive then that there has been explosion in this spot from the bottom of the sea), ma sono aggiornati con le tavole dette. Un pò più avanti (p. 65) Hamilton scrive: in some of these mountains [i monti calcarei di Capri e zone vicine della costa] there are also petrified fish and fossil shells, which I never have found in the mountains which I suppose to have been formed by explosion. Quest’ultimo testo, basato sempre, come da programma editoriale, sulla lettera del 1770, sembra contraddire le tavole, che però, citate proprio a questo punto, lo aggiornano in base a scoperte che Hamilton,  non a caso precisa di aver realizzato più tardi, dopo il 1773: The Author has never found any marine shells on Vesuvius or in the mountains of Tufa, till after his return from England in the year 1773 (didascalia della tav. xxxxvii).

Il frammento con le conchiglie è così presentato nella didascalia della tavola: A curious piece of calcarious stone full of marine shells, which was likewise found on Vesuvius in the Fossa Grande, and seems to confirm the Author’s opinion of this volcano having taken its rise from the bottom of the sea.

ROCCE E DEPOSITI

Rocce fossilifere

Diversamente dai frammenti riproditti nelle tavole xxxxii e xxxxv, Hamilton non sembra aver ritrovato personalmente questi esemplari. Blocchi carbonatici fossiliferi vennero emessi nella eruzione del 1717 (INGV Osservatorio Vesuviano ). Cf. anche Teodoro Monticelli, Opere, vol. II, Napoli, 1841, p. 143.

Domenico Laurenza

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