Vesuvio 1779 DESPREZ e PIRANESI c. 1780

Louis Jean DESPREZ e Francesco PIRANESI, c. 1780. Eruzione del Vesuvio del 1779. Incisione (etching) colorata con acquerello e gouache. London, British Museum. Incisore: Francesco PIRANESI. Pittore: Louis Jean DESPREZ.

Francesco è il figlio del più famoso incisore Giovan Battista Piranesi. L’eruzione è vista dal Ponte della Maddalena, uno dei tre o quattro punti di vista canonici cui gli autori sembrano conformarsi anche con finalità scientifiche di comparazione tra le eruzioni di vari anni. Si riproduce la versione del British Museum (fig. 1). Presso il Museo Nazionale di San Martino a Napoli si trova un foglio a tecnica mista e di dimensioni simili alla incisione che, ritenuto una copia del XIX secolo dalla incisione, andrebbe studiato meglio (fig. 2). Altro esemplare della incisione presso il Nationalmuseum, Statens Konstmuseer di Stockolm (riprodotta in Salatino, p. 66). Tutti gli esemplari citati, inclusa la presunta copia di San Martino, hanno le stesse dimensioni (cm. 69.6 x 47.3), mentre, nel caso delle incisioni, le differenze sono dovute alla originale colorazione a mano di ogni incisione.

Bibliografia. Salatino, p. 102 nota 46 and p. 66; Tamajo Contarini 2002; Tecce 1985 e ibidem p. 204 n. 1.24 e fig. p. 26; Musella e Ricciardi 2006, p. 166. Sulla eruzione del 1779: Nazzaro 2001, pp. 163-6; Imbò 1984, p. 101; Lirer et al. 2005, p. 59, Ricciardi 2009, pp. 401-11.

 Fig. 1

Immagine Fig. 2

ATTIVITÁ PIROCLASTICA

L’immagine, pur nelle sue varie versioni di colorazione, sembra distinguere chiaramente i due tipi di materiali depositati sul Vesuvio e sul Somma: i depositi piroclastici in marrone più o meno scuro fino al nero, le lave in rosso più o meno vivo. Questa distinzione trova riscontro nella nube eruttiva che in parte è all’origine dei due materiali depositati: nuvole dal marrone al nero, da cui sono caduti i piroclasti (cenere, lapilli, bombe vulcaniche etc.); getti e fontanta di lava, all’origine dei depositi lavici. De Bottis, Ragionamento istorico intorno all’eruzione del Vesuvio che cominciò il dì 29 luglio dell’anno 1779… (Napoli, 1779) così distingue questi due tipi di depositi, tipici di una eruzione mista (in generale e in particolare in rapporto al Canale dell’Arena che divideva il Vesuvio dal Somma e che si intravede nella immagine; cf. anche De Bottis, 1779, tav. IV):

[p. x; 8 agosto] Quindi per li riferiti versamenti [di lava e di sassi infuocati]tutta quanta la sua conica superficie compariva ricoperta di vivissime fiamme […] [p. xv; 9 agosto] e seco trasportarono il fumo, la cenere, la rena, e le pomici che versava il Monte, nelle contrarie parti; e le suddette materie caddero […] Le principali lave sono tre […] la prima uscì della gran bocca del Vesuvio [p. xlix] e giunse alle radici dell’opposta Montagna di Somma e poi corse verso la collina della Vetrana e appresso si gettò ne’ Cantaroni […] [p. li] la prima e la seconda lava nel Canale dell’Arena, presso la montagna di Somma, s’innalzano dove 3 palmi e dove 4 […]. Resta ora a favellare delle misure dell’altre materie, versate dal Monte…Il Vesuvio nell’ultima Eruzione ha versato principlamente nel Canale dell’Arena […] [p. lii] Queste materie sono cenere, rena, pomici nere, grosse pietre spugnose, pietre dure di diversa grandezza, e lave. L’altezza di queste materie è varia. In pochi luoghi è di 32 palmi, in moltissimi di 6, in certi di 2.

Si noti come, nell’ultimo elenco relativo a depositi piroclastici, è incluso anche il termine lave, nel suo senso generale e improprio da un punto di vista moderno che ha generato a volte errori nella interpretazione delle antiche eruzioni del Vesuvio (cf. Nazzaro 2014, p. 158).

COLATE LAVICHE

Alle colate laviche effusive si aggiunsero, nel corso di questa eruzione, i depositi caduti dalla altissima fontana di lava e da getti meno alti. In basso a destra sul Vesuvio   è probabilmente riconoscibile, come una striscia continua di color rosso, una delle tre colate laviche descritte da De Bottis (1779), in particolare quella sviluppatasi in direzione di Resina (fig. 3). Cf. Volaire 1779

Fig. 3. Dettaglio di fig. 2

In alto, sia il Vesuvio che il Somma appaiono coperti da versamenti lavici, distinti in rosso rispetto ai bruni depositi piroclastici. Questi versamenti sono così descritti da De Bottis (1779): [p. vii; 7 agosto,la fontana di lava] L’infiammata materia, che nel predetto modo sgorgava dalle viscere del Monte, parte ricadeva dentro alla sua gran bocca, e parte sull’orlo […] [p. ix, 8 agosto] In oltre siccome un liquore, che bolle dentro un vaso […] usciva spesso della gran bocca del Monte, quasi da tutte le bande, una gran quantità di fluidissima infocata [p. x] materia, che rovinosamente cadeva per le sue spalle. Quindi per li riferiti versamenti tutta quanta la sua conica superfice compariva ricoperta di vivissime fiamme […]

COLONNA ERUTTIVA

Distinzione cromatica tra componenti piroclastiche (dal marrone bruno al nero) e getti e fontana di lava (varie tonalità di rosso), in modo corrispondente ai depositi visibili al suolo.

Domenico Laurenza

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