Santorini 1707-1711 LYELL 1830

Charles LYELL, Principles of Geology, volume I, London, John MURRAY 1830. Figura n. 15. Incisione su legno (cf. infra). Disegnatore e Incisore: William LEE ?

L’immagine rappresenta, in mappa e in sezione, lo stato dell’archipelago di Santorini dopo la emersione di Nea Kameni nella eruzione del 1707-11. Inclusa da Lyell nell’Indice delle Wood-Cuts all’inizio del volume (15. Chart and section of Santorin and the contiguous islands in the Grecian Achipelago), è più precisamente non una “xilografia” (wood-cut), ma una incisione su legno (wood engraving), la tecnica messa a punto tra fine XVIII e inizio XIX secolo (Rudwick 1976). Basata sull’uso di strumenti incisori e di un taglio di legno diverso dalla classica woodcut, consentiva di riprodurre a basso costo disegni al tratto abbastanza dettagliati in libri a stampa. William Lee, di cui non molto è noto (Ciancio 2009), firma alcune delle incisioni su legno dei Principles e, per motivi di stile, potrebbe essere l’autore anche di questa incisione non firmata. L’immagine è probabilmente una rielaborazione della mappa del 1801 di Guillaume-Antoine Olivier (cf. più avanti).

Bibliografia. Rudwick 1976, p. 157-8 and p. 186 n. 25; Ciancio 2009, p. 151 e n. 166; Gould 1987, pp. 105-106; Fouqué 1879.

Mappa vulcanologica di Santorini

TEORIE

Orogenesi per accumulo

Crateri di sollevamento

Lyell utilizza l’immagine come ausilio al testo nel quale rigetta la teoria dei crateri di sollevamento di Von Buch e Humboldt. Lyell sottolinea l’inclinazione dolce del lato esterno, verso il mare, di Santorini e delle altre isole e la loro forma complessiva di cono vulcanico regolare con una cavità centrale, tutti aspetti a suo avviso incompatibili con il “sollevamento dal basso” (elevation from below) della teoria di Von Buch e invece conseguenza della crescita di vulcani per accumulo dall’alto (eruptions from above; p. 395). La successiva emersione dal mare delle varie isole dell’arcipelago di Santorini sembrava una conferma della teoria dei crateri di sollevamento. Applicando il suo approccio uniformitario (le cause e i fenomeni osservabili nel presente sono gli stessi avvenuti nel passato), Lyell nota che i casi noti e osservabili di sollevamenti di terreni dal basso su larga scala hanno sempre implicato disposizioni orografiche irregolari contorted or shattered with the utmost violence…never have they assumed that form exactly representing a large truncated volcanic cone, with a great cavity in the centre (p. 387). La mappa e la sezione in basso sottolineano la forma di cono regolare di Santorini. La mappa, in particolare, a questo scopo, è una semplificazione quasi diagrammatica della sua probabile fonte (fig. 1): tratteggio indicante il pendio esterno meno inclinato, aree bianche indicanti il ripido pendio interno.

The beds in all these isles dip at a slight angle towards the exterior of the group, and lose themselves in the surrounding sea; whereas, on the contrary, they present a high and steep escarpment towards the centre of the inclosed space…. (p. 385).

Lyell sottolinea la regolarità e dolcezza di formazione per accumulo dei vulcani, diversamente da altre forme, reali o ipotetiche di sollevamento orogenetico: (p. 387) …that form exactly representing a large truncated volcanic cone, with a great cavity in the centre... (p. 389) that gentle inclination, and that regular and symmetrical arrangement, which caracterize the flanks of a large cone of eruption…

La definzione cone of eruption è usata in opposizione a quella di crater of elevation legata alla omonima teoria.

Nell’immagine in alto, l’isola di Nea Kameni, emersa nel 1707-11, è l’unica che mostra una forma meno simmetrica e regolare rispetto al cono vulcanico tipico ed è quasi completamente ricoperta da tratteggio scuro. Questo potrebbe rispecchiare il fatto che Lyell riconosce che, nel caso di Nea Kameni, si trattò effettivamente di un sollevamento dal basso di strati preformati, come attestato dai letti di conchiglie e depositi marini riportati da alcuni testimoni oculari della eruzione (anche se egli non ritiene che un simile meccanismo di sollevamento valga su larga scala come ipotizzato dalla teoria dei crateri di sollevamento): (p. 393) Some of the accounts transmitted to us by eye-witnesses, of the gradual manner in which New Kameni first rose covered with living shells in the Gulf of Santorin, appear, certainly, to establish the possibility of the elevation of small masses from a depth of several hundred feet during an eruption…But the protrusion of isolated masses, under such circumstances, affords no analogy to the supposed action of the expansive force in the formation of craters of elevation.

ROCCE E DEPOSITI

Lava solidificata

Depositi piroclastici

Nella mappa in alto Nea Kameni è più scura della vicina Mikri Kameni. Lyell sottolinea la componente “piroclatica” di Mikri Kameni (In 1573 the Little Kameni was raised in the middle of the basin…its elevation being accompanied by the discharge of large quantities of pumice and a great disengagement of vapour) rispetto alla struttura trachitica delle altre isole (These isles are formed of rocks of brown trachyte). In precedenza, uno dei testimoni della eruzione del 1707-9, il gesuita padre Gorée, nella relazione inviata alla Royal Society aveva definito Nea Kameni come Black Island, riferendosi all’aspetto delle sue rocce.

MAPPE

A confronto con una mappa geografica come quella del 1801 di Guillaume-Antoine Olivier (fig. 1) ( Travels in the Ottoman empire, Egypt, and Persia, undertaken by order of the government of France, during the first six years of the Republic, London, 1801, tavola VII ) la mappa di Lyell riducendo al minimo le indicazioni geografiche, crea una rappresentazione più semplificata e diagrammatica, rispondente al contenuto “geologico” spiegato nel testo. Si tratta di una mappa a metà tra geografia e geologia. Cf. Gorée 1710-11 e 1715 (con punto di vista analogo a quello della mappa del 1801).

Fig. 1

MUTAMENTI OROGRAFICI

La mappa di Lyell ha un implicito senso dinamico e temporale, illustrando isole progressivamente emerse nel corso del tempo, come sottolineato da alcuni dei loro nomi riportati in mappa (Palaio Kameni, Nea kameni) e come puntualizzato nel testo che elenca le eruzioni a partire da quella del 144 a.C. che generò Palea Kameni.

Domenico Laurenza

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